Le risposte alle domande più frequenti: FAQ Odontoiatria
1944
page-template-default,page,page-id-1944,bridge-core-3.1.8,qode-news-3.0.6,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,qode-theme-ver-30.5,qode-theme-bridge,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-7.6,vc_responsive

Odontoiatria generale FAQ

Le risposte alle domande che vengono poste di frequente.
Come fare ad avere dei denti bianchissimi?

In odontoiatria sono a disposizione varie opzioni terapeutiche per avere un “sorriso splendente”.

Si può cominciare con le semplici penne sbiancanti per passare agli sbiancanti ad uso domiciliare, che si effettuano applicando delle mascherine sulle arcate da sbiancare e riempite con un gel a base di perossido di carbammide al 35%. Il loro uso necessità di una certa manualità (queste procedure non sono scevre di rischi per il paziente) e della contemporanea disponibilità di mascherine personalizzate dell’arcate superiori ed inferiori.

In Clinica invece si possono usare diverse metodologie che prevedono l’applicazione di perossido d’ossigeno (H2O2) con percentuali che possono variare dal 6% fino al 29% e con frequenze di applicazione da un minimo di 3 ad un massimo di 7 volte in un ambiate periodontalmente protetto. Eventualmente ad esse si può associare la tecnologia laser, che attivando il gel permette il totale rilascio dei radicali liberi in essi contenuti.

E’ comunque bene ricordare che ogni procedura di sbiancamento dovrebbe essere preceduta da una valutazioni clinica dell’odontoiatra per valutare quale sia la possibilità terapeutica più idonea in base al tipo di parodonto e della sensibilità dentale di ogni singolo paziente.

Come lavare i denti in modo corretto?

Una buona igiene prevede una pulizia ad ogni pasto (in teoria ogni volta che si mangia) mediante l’uso di:

  • uno spazzolino con setole appropriate (morbide/medie/dure);
  • dentifricio;
  • collutorio e filo interdentale.

Se necessario, si associa ai precedenti l’uso di specifici scovolini.

In letteratura sono state proposte varie tecniche di spazzolamento. La Clinica Caprioglio consiglia:

  1. agli adulti l’uso della Tecnica di Bass modificata  (viene eseguita con uno spazzolino con setole orientate a 45 gradi rispetto all’asse verticale del dente. Si consiglia di premere leggermente in modo da dirigere la punta delle setole negli spazi interdentali e del solco gengivale e poi di effettuare piccoli movimenti vibratori per 6-7 volte, seguiti da un movimento a rullo dal rosa della gengiva verso il bianco del dente. A livello dei denti anteriori nella parte della lingua e del palato orientare lo spazzolino con l’asse maggiore parallelo all’asse lungo del dente con movimenti dall’interno verso l’esterno)
  2. ai più piccoli la Tecnica a rullo (si esegue posizionando lo spazzolino molto apicalmente sulle gengive, parallelamente all’asse verticale del dente, quindi si effettua una rotazione in direzione coronale esercitando una moderata pressione. Tale movimento permette di rimuovere efficacemente i depositi molli presenti senza traumatizzare i tessuti.

Per pulire la parte linguale dei denti anteriori  lo spazzolino viene introdotto verticalmente).

È meglio lo spazzolino manuale oppure quello elettrico?

È indifferente purché le regole della corretta igiene orale vengano rispettate.

Ho paura del dentista ma devo farmi curare un dente come posso farlo?

La sedazione cosciente è applicata in modo regolare nell’ambito della odontoiatria. E’ consigliabile anche nei pazienti fobici o ansiosi come possibile alternativa a terapia anestesiologiche locali e nel contempo farmacologiche.

Ho sentito parlare della CBCT (tomografia computerizzata a fascio conico), cos'è?

La CBCT è una “TAC” a bassa emissione di raggi. Sviluppata in Italia alla fine del secolo scorso, è oggi diffusa in tutto il mondo e viene applicata seguendo indicazioni cliniche precise. Ha il grande vantaggio di ridurre l’emissione delle radiazioni permettendo una appropriata ricostruzione tridimensionale della struttura in esame e quindi fornire gli elementi per una diagnosi migliore nelle situazioni cliniche che lo richiedono.

Il dente del giudizio è un dente inutile?

Assolutamente NO. Il dente del giudizio è un dente come tutti gli altri e va curato / estratto applicando le stesse regole usate agli altri elementi dentali.

Ogni quanto devo andare dal dentista per una visita di controllo?

Un paziente adulto dovrebbe fare una ortopantomografia ogni 3/5 anni per il controllo delle “patologie silenti”. Quando queste patologie si manifestano solitamente è troppo tardi per pensare di salvare il dente nella sua integrità.

Un soggetto adulto e sano dovrebbe svolgere almeno una visita di controllo all’anno associata ad un controllo radiologico delle superfici inter-prossimali.

Ogni quanto devo fare un radiografia panoramica?

Un paziente adulto dovrebbe fare una ortopantomografia ogni 3/5 anni per il controllo delle “patologie silenti”. Quando queste patologie si manifestano solitamente è troppo tardi per pensare di salvare il dente nella sua integrità.

Quante radiografie posso fare in un anno?

A parte la banale e ovvia risposta: “meno sono e meglio è”. In realtà è bene applicare una coppia di concetti molto ben definito in ambito medico e indicati come:

  1. principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable);
  2. principio ALADA (As Low As Diagnostically Acceptable).

In sintesi ogni esposizione alle radiazioni deve essere tenuta tanto bassa quanto è ragionevolmente ottenibile sulla base di considerazioni sia mediche che economiche che sociali.

Il principio è usato soprattutto laddove i limiti di esposizione non sono definiti sulla base di una soglia, ma sulla base di un “rischio accettabile”. Fatta questa lunga premessa si capisce come sia difficile rispondere con un valore numerico singolo ad una risposta così complessa.

Sarà compito dell’odontoiatra di volta in volta valutare attentamente il contesto clinico in cui si trova il paziente e procedere di conseguenza.

Quanto tempo deve trascorrere tra l'estrazione di un dente e il posizionamento dell'impianto?

L’impianto immediato post-estrattivo ha indicazioni molto precise. Qualora non si rientri all’interno di questa categoria di pazienti, è meglio attendere alcuni mesi per poi procedere ad un lavoro di implanto-protesi convenzionale.

Si può fare l'anestesia dal dentista in gravidanza?

Sicuramente l’argomento è fonte di apprensione e ciò può essere comprensibile visto il delicato momento che due organismi stanno vivendo.

Fortunatamente esistono dei punti fermi dal punto di vista scientifico che ci permettono di gestire il “problema”.

Il primo trimestre è certamente il momento più critico per cui è sempre bene effettuare una visita dal dentista e programmare le eventuali cure a partire dal secondo trimestre.

Il secondo trimestre è un mese in cui se si deve fare qualcosa è il momento più opportuno. Vale comunque sempre il concetto sulla valutazione sulla deferibilità di una terapia odontoiatrica qualora ve ne sia la possibilità.

Per quando riguarda il terzo trimestre il discorso è leggermente diverso. Se dal punto di vista odontoiatrico è tecnicamente possibile effettuare una cura odontoiatrica (per la prima parte del terzo trimestre valgono in effetti le considerazioni fatte per il secondo trimestre di gravidanza) nella fase finale del terzo trimestre il discorso è più delicato in quanto si potrebbe creare una situazione per cui la paziente potrebbe essere indotta ad un parto prematuro oltre al fatto che ci potrebbero essere delle obbiettive difficoltà di posizione della paziente a rimanere sulla poltrona odontoiatrica pertanto in questa fase è opportuna molta prudenza.

Un discorso a parte merita la scelta degli anestetici ad uso locale, meglio quelli senza vasocostrittori, ma in realtà non vi sono controindicazioni reali all’uso dell’adrenalina qualora si rendesse necessaria.

Già che ci si siamo parliamo anche di radiografie, così completiamo il quadro. E’ meglio non fare radiografie durante l’attesa. In realtà una radiografia endorale, qualora fosse presente un chiaro dubbio diagnostico ovviamente eseguita con le opportune protezioni con i camici piombati, è molto lontana da avere un dosaggio tale da poter determinare un danno al feto. Una corretta valutazione del rapporto rischio/benefico deve sempre essere effettuata dall’odontoiatra e dal paziente.

Sono incinta e mi fa male un dente cosa posso fare?

Prevenire l’insorgere delle patologie è consigliato per la salute della mamma e del bambino. Uno stato doloroso acuto o infettivo del cavo orale rappresentano un pericolo maggiore per la salute della donna e del nascituro, rispetto a qualunque terapia applicata con scrupolosità medica e in modo responsabile.

L’adozione di alcune precauzioni nell’applicare le terapie, minimizza ulteriormente i rischi nel bambino:

  • effettuare le cure a partire dal secondo trimestre della gravidanza;
  • evitare le radiografie durante il primo trimestre;
  • evitare l’utilizzo di vasocostrittori, spesso associati ad alcuni anestetici;
  • evitare l’impiego di medicinali ove possibile nelle prime 12 settimane.