La sigillatura dentale è una tecnica di prevenzione primaria che prevede il riempimento preventivo di solchi e fossette poste sulle superfici occlusali dei denti, sia decidui che permanenti, con un materiale auto- o fotoindurente.
La durata delle sigillature dentali varia notevolmente a seconda dei criteri con cui viene realizzata.
Per correttezza professionale pensiamo ad un sigillante eseguito “a regola d’arte” e cioè sotto diga ( per isolare il campo dall’umidità), con preparazione laser assistita (per annullare la possibilità di avere fango dentinale), con materiale dedicato (esistono materiali odontoiatrici specifici), in presenza di uno smalto di normale qualità (lo smalto dentale non è uguali in tutti noi ma possiede delle variazioni individuali), con un paziente collaborante (per permettere all’operatore piena visibilità e il rispetto dei tempi clinici di ogni fase di preparazione) ed ovviamente un operatore qualificato.
I sigillanti durano a lungo ma il vero problema è la loro efficacia. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica si attesta all’87% valutata a tre anni dalla loro applicazione, al 76% a quattro anni e al 65% a nove anni. L’odontoiatra infantile, durante le visite di controllo, valuterà quindi il loro stato di efficienza e valuterà se è il caso di rifarli.